La sicurezza nelle scuole è diventato un tema talmente importante da far scaturire l’esigenza di creare una Giornata Nazionale per discuterne e confrontarsi. Sappiamo che si tratta di una problematica diffusa da Nord a Sud, senza esclusioni. Ma sappiamo anche che in molte aree del Meridione, specie quelle sismiche, la mancanza di certezze sullo stato di salute degli edifici scolastici è aggravata dall’assenza di controlli periodici. L’argomento, qui in Irpinia, è balzato agli onori della cronaca più volte in quest’ultimo anno e mezzo, dopo i primi provvedimenti scattati in seguito all’inchiesta della magistratura.
Il Centrodestra, sensibile a questa tematica, propone un grande piano di edilizia scolastica che punta a garantire sicurezza, spazi adeguati e di moderna concezione, ma anche servizi all’avanguardia rispetto a un’attività didattica in continua evoluzione, per stare al passo con la tecnologia e i nuovi orizzonti formativi. Tutto ciò passa per una preliminare e accurata opera di screening sulle scuole. Una serie di indagini effettuate da tecnici esperti per capire quali sono le carenze dei singoli istituti. Termografie, prove di carico, calcoli strutturali, diagnosi sismiche, modelli matematici applicati alla staticità e alla vulnerabilità degli edifici. Quanto serve, insomma, per sapere se in Irpinia, nel Sannio come nel resto del Mezzogiorno e dell’intero Paese i nostri figli frequentano scuole sicure o meno.
Se oggi questa informazione così basilare non è chiara la colpa non è degli enti responsabili che gestiscono le scuole. O almeno non può essere imputata a loro senza prima verificarne l’azione svolta. La colpa, ne sono convinto, risiede per una grossa fetta in quella legge Delrio che ha limitato i poteri e ridotto moltissimo le risorse alle Province, lasciandogli, però, la delega all’edilizia scolastica (e non solo). Basti guardare i salti mortali fatti in questi anni dalla Provincia di Avellino che con pochi fondi si è trovata a gestire l’ordinario e più di un’emergenza, oltre alla necessità di ristrutturare e costruire ex novo.
Ecco perché accanto ad una programmazione razionale servono le risorse necessarie per attuarla. Non si può pensare di risolvere un problema così importante ed esteso stanziando dei finanziamenti a pioggia, una tantum, quasi a voler dare un contentino a questo o quell’altro ente che ne fa richiesta. Le risposte ad una generale insicurezza delle scuole vanno strutturate. Così come vanno abolite molte di quelle storture della legge impropriamente definita “Buona scuola” dal Centrosinistra, che l’ha voluta e se l’è votata.