Galati al Convegno della Camera penale di Benevento

“Le misure di prevenzione antimafia, tra principi costituzionali e sete di giustizia”. È questo il titolo del convegno organizzato dalla Camera Penale e dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Benevento, svolto questa mattina nella Sala consiliare della Provincia, alla Rocca dei Rettori, che ha visto tra i protagonisti l’onorevole Giuseppe Galati, candidato del Centrodestra per il Senato nel collegio uninominale Irpinia-Sannio.

“Già la denominazione dell’evento – esordisce Galati – propone in una sintesi efficace e per certi versi provocatoria il senso di una dicotomia politica e giuridica e di una questione di non semplice soluzione. Se da un lato gli ordinamenti giuridici sanciscono l’applicazione delle misure di prevenzione nei confronti dei soggetti ritenuti pericolosi, bisogna però osservare che tale valutazione di pericolosità non è collegata ad un fatto costitutivo di reato ma si desume dall’appartenenza o meno del soggetto in questione ad una delle categorie indicate dalla legge. Dunque, lo Stato interviene rispetto a condotte e comportamenti espressivi di un retroterra criminale. Ed è proprio in considerazione del rapporto tra legalità e giustizia che la misura, solo nel momento in cui è percepita come giusta e necessaria, trova la sua legittimazione”.

Fatta questa premessa, l’esponente del Centrodestra si sofferma sul significato politico della prevenzione, sul ruolo che essa svolge nel contrasto ai fenomeni di illegalità e nel conciliare esigenze di sicurezza e legalità con i diritti fondamentali a presidio della libertà individuale. “Il bilanciamento armonico di questi parametri, non sempre coincidenti – spiega – è esattamente la preoccupazione maggiore del legislatore, da una parte sollecitato dalla crescente domanda di sicurezza e dall’altra attento a non trascurare il rischio di un’eccessiva ingerenza nella sfera delle libertà personali. Tantissimi, ad esempio, sono i casi registrati di scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni della criminalità organizzata. Ma dove finisce la prevenzione e inizia la valutazione arbitraria e discrezionale? Quali sono le soluzioni per rendere efficace il sistema? Credo che questa partita si debba giocare su altri terreni, come quelli della responsabilità e della responsabilizzazione degli apparati, e, quindi, sulla trasparenza dell’azione amministrativa. Sono questi gli strumenti di prevenzione nel contrasto ai fenomeni di illegalità e corruzione più efficaci in un sistema politico. Anche attraverso una sempre più stringente partecipazione dei cittadini alla vita politica che includa il maggior accesso possibile alle informazioni e il controllo delle attività svolte. Su questo c’è tanto da fare, specie nel Mezzogiorno per evitare che l’economia locale venga contaminata da fenomeni di illegalità e criminalità”.

E poi conclude: “Nel Sannio come in Irpinia e in tutto il Sud, ma anche nel resto d’Italia, bisogna riappropriarsi della consapevolezza del proprio potenziale che passa per l’agroalimentare, per il turismo e per la valorizzazione del nostro patrimonio paesaggistico e culturale. Il cambio di passo è nella politica fiscale ed economica, oltre che nell’alleggerimento della burocrazia, più che in una ristrutturazione legislativa nel quadro dell’applicazione delle misure di prevenzione. Queste devono restare strumenti eccezionali di intervento ma non diventare la regola”.
All’incontro erano presenti anche il consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Benevento, Giuseppe Romano, la presidente della Camera Penale, Monica Del Grosso, l’onorevole Carlo Sarro, l’amministratore giudiziario dell’Albo Nazionale del Ministero della Giustizia, Sabrina Castaldo, e il segretario regionale del sindacato Giornalisti Campania, Claudio Silvestri, che ha moderato gli interventi.